PADOVA
   

vista da Annibale Mantovani
 

ESTRATTI DALLE BOZZE

Prefazione

Questo non è un libro d'arte, di storia, di toponomastica o una guida turistica.
È un contributo a chi si avvicina a Padova per consentirgli di coglierne e ricordarne qualche aspetto.
Mi faccio esclusivo carico quindi di tutte le eventuali inesattezze o lacune dividendo invece l'apprezzamento di quanto sia ritenuto utile o interessante con chi ha con me collaborato. Ho contenuto gli appunti e le osservazioni all'area delimitata dalle mura cinquecentesche, con ciò riconoscendo degli stessi i limiti, dato lo sviluppo oltre le mura della città, ma sicuro di averli espressi con il riconoscente amore per i luoghi in cui sono nato e dove da allora continuo a vivere, lavorare e studiare.
Mi riprometto, o mi auguro che altri lo facciano, di rimediare alle inevitabili dimenticanze e topiche qualora l'odierno contributo possa essere in futuro rinnovato.

Annibale Mantovani
    

INDICE

      
Antichità e cenni storici

WILLIAM SHAKESPEARE - LA BISBETICA DOMATA

Basilica del Santo e Donatello
Dialetto padovano
Edilizia pubblica e privata
Fioritura musicale e teatrale
Giotto e la Cappella degli Scrovegni
Insigni padovani - Ospiti illustri
Luci ed ombre - i portici di Padova
Mura e Porte
Notizie e curiosità
Orto botanico - Odeon Cornaro
  Foto sopra: William Shakespeare
  Foto sotto: Scorcio dal ponte delle TORRICELLE
Ponti - canali e riviere

SCORCIO DAL PONTE DELLE TORRICELLE

Quadrerie e musei
Ricorrenze e manifestazioni
Strade e piazze
Tradizioni ed usi
Università e studenti
Vita quotidiana
Cucina ed ospitalità padovana

La Basilica del Santo
I padovani sono abituati ad indicare semplicemente il Santo il luogo di culto eretto in onore di Sant'Antonio nel quale sono conservate le spoglie mortali.

Alcune foto tratte dalle bozze

L'opera iniziata intorno all'anno 1250 fu completata verso la metà del 1400 ma i lavori di arricchimento e di manutenzione continuano nel tempo tanto che i padovani sottolineano le lungaggini di qualsiasi opera esprimendosi  con " fabrica del Santo" ovverosia sembra la costruzione della Basilica del Santo.


Teatro "G. VERDI"

Con il Concordato tra lo Stato Italiano e la Santa Sede la Basilica è divenuta pontificia tanto che nelle ricorrenze o festività particolari sventola nel piazzale antistante la bandiera bianca e gialla dello Stato del Vaticano ed agli ingressi gli addetti alla vigilanza sono riconoscibili dalle chiavi dorate di San Pietro.
Una recente statistica ha evidenziato come Sant'Antonio di Padova - così chiamato ancorché nato a Lisbona - detto il Santo dei Miracoli sia il Santo più conosciuto e venerato in Italia. Ma la sua fama è mondiale tanto che nei luoghi più lontani pronunziando Padova viene associato dagli stranieri il nome del Santo.
Pur essendo la Basilica di Santa Giustina (foto ) la più grande chiesa padovana, la Basilica del Santo è la chiesa più conosciuta e visitata ininterrottamente dai pellegrini.
La facciata della basilica larga metri 37 è caratterizzata da quattro arcate a sesto acuto e una transenna a colonnine uguale a quella situata più in alto; sopra, tra due bifore, il rosone centrale. La Basilica è lunga 115 metri con una larghezza massima di 55 metri; l'interno è a croce latina con tre navate ed è sormontata da otto cupole e due campanili altri metri 68. Per chi accede in Basilica attraverso la porta a sinistra della facciata si presenta appena entrati, un altare con l'immagine della Madonna dei Ciechi opera di Stefano da Ferrara. Una particolarità: lo sguardo della Madonna segue il fedele sia che esso si trovi sulla sinistra che al centro o a destra dell'altare.


Torre della SPECOLA

All'interno a sinistra, prima dell'altare maggiore, si trova la Cappella dell'Arca arricchita da nove altorilievi di marmo tra cui quelli di Jacopo Sansovino e di Girolamo Campagna che narrano la vita ed i miracoli del Santo al retro del cui altare, opera di Tiziano Aspetti, una grande lastra nera racchiude la tomba di Sant'Antonio ed i visitatori vi appoggiano la mano raccogliendosi in una breve preghiera.
Alla Cappella dell'Arca costruita su progetto di Andrea Briosco tra il 1500 e il 1521 lavorò anche G.M. Falconetto che ne decorò la volta lunettata.
Vengono a questa tomba i miracolati offrendo le prove della guarigione, stampelle, fotografie, gli sciancati che chiedono fiduciosi la riabilitazione formano una incessante giornaliera processione in cui la speranza, la gratitudine, il fervore religioso continuano ad alimentare da secoli la venerazione per Sant'Antonio.
Dopo la Cappella dell'Arca si trovano la Cappella della Madonna Mora e la Cappella del Beato Luca Belludi, affrescata da Giusto dei Menabuoi, che sulla sinistra propone una prospettiva di Padova dell'epoca.
Più avanti, sempre sulla sinistra, si trova la Cappella del Tesoro dove si conserva la lingua ed il busto con il suo mento. Il 10 ottobre 1991 il mento fu trafugato ma poi ritrovato e continua ad essere reliquia che testimonia con la lingua la caratteristica di questo grande Santo, la predicazione.
Dalla vicenda trasse ispirazione il film "La lingua del Santo" del regista padovano Carlo Mazzacurati in concorso alla 57' Mostra del Cinema di Venezia (2000).
 

TOMBA DI ANTENORE
Tomba di Antenore

Di fronte all'Arca al lato destro della Basilica guardando l'altare maggiore si trova la Cappella di San Giacomo (o Cappella di San Felice) con gli affreschi di Altichiero da Verona (o Altichieri da Zevio presso Verona) il maggiore pittore della seconda metà del Trecento in Italia e al cui centro primeggia la stupenda Crocifissione suddivisa in tre parti, le cui suggestive figure e la delicatezza cromatica nell'alternanza quasi chiaroscurale delle tinte richiamano anzi emancipano le innovazioni artistiche del grande Giotto.
Tra i vari artisti, le cui opere arricchiscono la Basilica del Santo un particolare riguardo merita lo scultore Donatello (1386 ..... 1466)
L'altare maggiore in bronzo poggia su un basamento ornato da quattro rilievi raffiguranti i Miracoli del Santo (miracolo dell'Ostia - infante che riacquista la parola - risanamento di un giovane - miracolo del cuore dell'avaro).
Sopra l'altare al centro domina il Crocifìsso in bronzo in cui il Cristo nell'abbandono sofferente del volto e del corpo esprime armonicamente il senso tragico del sacrificio ed il sentimento religioso che ne esalta il significato divino.
Alla sinistra guardando l'altare si erge il grande candelabro in bronzo di Andrea Briosco.
Ma l'opera che esalta il periodo padovano del grande maestro della scultura fiorentina è il monumento equestre di Erasmo da Narni detto il Gattamelata (1447), che si trova nel piazzale antistante la Basilica (foto n.)


Torre dell'Orologio (particolare)

Nato a Narni nel 1377 e deceduto a Padova nel 1443 è sepolto in un ricco mausoleo all'interno della Basilica del Santo. Valente condottiero fa arruolato dalla Repubblica di Venezia nella guerra contro i Visconti e per i suoi meriti, nominato capitano Generale, fa accolto nel patriziato veneziano ricevendo dal Doge Francesco Foscari il bastone d'oro che, a lui attribuito, viene conservato nel tesoro dell'Arca.
All'interno della Basilica numerosi sono i cenotafi (monumenti sepolcrali vuoti alla memoria) tra cui quelli di Pietro Bembo, opera del M. Sanmicheli (1549), di Eleonora Gonzaga (moglie di Francesco Maria dei Medici e poi di Filippo d'Assia), di Cornaro Piscopia, di Melchiorre Cesarotti, di Andrea Briosco, di Gabriele Falloppio, di Antonio Roselli (giurista) opera di Pietro Lombardo (1466), del giurista Raffaele Fulgoso (1430) a doppio prospetto tra la Cappella dell'Arca e la Cappella della Madonna Mora.
Uscendo dalla Basilica, a sinistra del sagrato si trova l'Oratorio di San Giorgio affrescato pur esso dall'Altichiero con le storie di Cristo (Crocifissione) di Maria (Incoronazione) di San Giorgio (Decollazione) di Santa Caterina e di Santa Lucia.
L'Oratorio è frequentemente prescelto dai giovani padovani per le celebrazioni delle loro nozze.
A fianco dell'Oratorio di San Giorgio si trova la Scuola del Santo detta " La Scoletta " che contiene al piano superiore una serie di quadri del cinquecento che illustrano i miracoli del Santo ed in particolare alcune tele di Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1480/90 - Venezia 1576) tra cui " il marito geloso che pugnala la moglie " e riportato nel biglietto della Banca d'Italia da lire 20.000 (ora fuori corso).  
Prima di lasciare la Basilica merita respirare l'atmosfera dei Chiostri ai quali si accede dal lato destro (del Noviziato sec. XV, del Capitolo , al centro del quale si erge una grande magnolia - del Generale, del Museo).  
   
   
   

Piazza del Capitaniato

TORRE DELL'OROLOGIO
Torre dell'Orologio

Dalla Piazza dei Signori, passando sotto la torre dell'orologio (Foto n), si accede in Piazza Capitaniato dove, sulla sinistra, si trova la statua (foto n ) di Angelo Beolco il Ruzzante (1502-1542) e in progressione la Corte dell'Arco Valaresso con la scala dei Giganti opera di Vincenzo Dotto (intorno al 1610) caratterizzata da colonne ioniche (foto n).


Scala dei Giganti

Proseguendo, sempre sulla sinistra, si trova il Liviano che ospita la facoltà di Lettere e Filosofia e nel cui atrio abbellito da un grande affresco del pittore Massimo Campigli è collocata la statua di Tito Livio opera dello scultore Arturo Martini.
Alla fine della Piazza, nella casa d'angolo tra Via Accademia e Via Patriarcato vi è una lapide (foto n ) che riporta in italiano ed in inglese questo passo della Bisbetica Domata (atto I°- scena I) di William Shakespeare " Per il grande desiderio che avevo di vedere la bella Padova, culla delle arti, sono arrivato... -ed a Padova sono venuto, come chi lascia uno stagno per tuffarsi nel mare, ed a sazietà cerca di placare la sua sete ".
Sulla destra, nella via omonima, si erge il Palazzo Dondi dall'Orologio (foto n ) Per le notizie sulla Famiglia Dondi dall'Orologio tra cui Giovanni che inventò e realizzò un astrario e cioè un orologio astronomico per il quale alla famiglia fu aggiunto il cognome dall’Orologio e pose nel 1344 il primo orologio a torre vedasi il capitolo Insigni padovani e ospiti illustri.
In Piazza dei Signori, sovrastante l'arco trionfale del Falconetto, si trova la torre dell'orologio la cui macchina è attribuita al Dondi. Vedasi sulle caratteristiche di detto orologio il capitolo Notizie e Curiosità.

Alcune delle foto scattate da Annibale Mantovani e tratte dalle bozze

BATTISTERO
Battistero
  

Scorcio del ghetto
Scorcio d
el ghetto



Cappella degli Scrovegni


Chiesa di San Nicolò
Loggia dei Carraresi
Loggia dei Carraresi
PEDROCCHI
PEDROCCHI
   

Palazzo della Gran Guardia   
PORTICO DELLA CHIESA DEI SERVI
Portico della
Chiesa dei Servi